Diretto dal dott. Carmine Cirino – Musicoterapeuta

È dimostrato come l’ascolto della musica abbia ripercussioni fisiologiche e cognitive a diversi livelli: cardio-vascolare, respiratorio, muscolare, motorio, comportamentale, relazionale ed emozionale. La musicoterapia, intesa anche come “Stimolazione Ritmica Uditiva”, si basa sul concetto che il movimento, se stimolato dalla musica, migliora qualitativamente. L’interiorizzazione del “ritmo” permette infine di svolgere gli stessi movimenti senza l’utilizzo reale della musica. Da non sottovalutare… il piacere e il divertimento.
La musicoterapia attiva rientra nel gruppo delle terapie occupazionali, cioè impegna il paziente nella creazione della musica stessa, favorendo l’espressione della personalità.
Nelle Persone con Parkinson la musicoterapia prevede alcuni esercizi particolarmente utili:

• Coordinazione motoria con body percussion: il ritmo, percussioni corporee sincronizzazione del movimento con il ritmo musicale. Questo processo avviene tramite esercizi ritmici che aiutano a potenziare il movimento, la deambulazione, la tonicità.
• Dialogo sonoro.

Suonando uno strumento abbiamo un sostanziale recupero della manualità, lavoriamo sulla socializzazione e l’ascolto di noi stessi ma soprattutto degli altri ed incrementa l’autostima.

• Movimenti liberi – danza/movimento.

Creiamo dei momenti che uniscono, con il movimento libero, corpo, mente ed emozioni.
Proviamo la bellezza di muoverci liberamente accompagnati dalla musica, riducendo la rigidità.

• Il Canto.

Attraverso l’espressione vocale alleniamo la memoria e la voce. Il canto accresce la produzione linguistica e rallenta la degenerazione linguistica negli afasici, oltre a mantenere “allenate” le funzioni cognitive dei partecipanti. In definitiva, l’intervento musicoterapico consente un “contatto nuovo” con la realtà, favorisce l’allontanamento da un isolamento emotivo-emozionale, incoraggia la comunicazione e la relazione tra i soggetti interessati, rappresenta un primo passo per restituire serenità e per affrontare un “cammino diverso” dovuto alla malattia, aiutando a migliorare, nel complesso, la qualità della vita degli assistiti.
“La musica è il più potente farmaco non chimico” (Oliver Sacks)